Un video della commemorazione realizzato dall’artista sanseverinate Franco Messi.
ANCR a San Severino il 25 Marzo 2024 per ricordare Camillo Fulvi e Alberto Sfrappini, vittime di rappresaglia
Anime unite per un ricordo indelebile
Si è svolta nella limpida mattinata di lunedì 25 aprile 2024 la tanto discussa commemorazione organizzata da ANCR Macerata con il Comune di San Severino Marche per l’80esimo anniversario della morte di Camillo Fulvi e Alberto Sfrappini, vittime di una tragica rappresaglia avvenuta durante la seconda guerra mondiale, il 25 marzo 1944.
Nonostante il clamore mediatico originatosi nei giorni precedenti, l’evento si è tenuto con la partecipazione del Vicesindaco di San Severino Marche Vanna Bianconi, del Consigliere nazionale per le Marche dell’ANAC Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, G.U. Fabrizio Grandinetti, del Presidente della Federazione provinciale di Macerata dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci Albino Mataloni. Numerosi i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e le sezioni ANCR della provincia, intervenuti con labari e bandiere.
Un ritrovo solenne e partecipato
Alle 9:00, tutti si sono riuniti nella Loc. Caprara per dare avvio alla commemorazione. La Città ha vissuto un momento di profonda riflessione e memoria. La presenza di cittadini, autorità e familiari ha reso l’evento un commovente momento di unione e di memoria collettiva. Le Associazioni Combattentistiche, d’Arma hanno formato un imponente schieramento, testimoniando l’importanza di preservare la memoria storica.
La commemorazione ufficiale
La commemorazione ufficiale ha avuto inizio alle 9:30. Il Comune el’ANCR hanno reso omaggio alle vittime con la deposizione di una corona di alloro e di un mazzo di calle bianche, seguita dall’intervento istituzionale di Vanna Bianconi, Vice Sindaco di San Severino Marche, che ha portato il saluto del sindaco Rosa Piermattei. Il Consigliere Nazionale per le Marche dell’ANAC, G.U. Fabrizio Grandinetti, ha offerto un inquadramento storico dei tragici fatti, mentre il Vice Presidente della Federazione di Macerata dell’ANCR, Mauro Radici, ha tenuto un’orazione toccante e solenne. Carlo Sfrappini, pronipote di una delle vittime, ha letto una preghiera scritta dall’ANCR, per rendere omaggio alle anime dei caduti e portare conforto alle loro famiglie.
Un momento di riflessione e impegno
La commemorazione di Fulvi e Sfrappini non è stata solo un momento di ricordo, ma anche di riflessione sulle tragedie del passato e sull’importanza di preservare la memoria storica per costruire un futuro di pace e tolleranza. L’unità e la partecipazione dimostrate dalla comunità di San Severino hanno reso l’evento un segno tangibile della volontà di non dimenticare e di impegnarsi per un mondo migliore..
La cicogna come simbolo di cura e riconciliazione
La presenza della cicogna nella locandina di commemorazione di Fulvi e Sfrappini assume un significato simbolico profondo, radicato nella nostra storia e cultura. L’immagine della cicogna come animale protettivo e materno risale infatti alle antiche tradizioni della cultura classica, presente nelle opere di autori come Aristofane, Platone, Aristotele, e Plinio il Vecchio nell’ambito della cultura romana.
Nel mondo greco e romano, la cicogna era considerata un exemplum di pietas, il rispetto e la devozione verso gli altri.
Questo concetto è stato tramandato alla cultura cristiana, mantenendosi vivo nell’età medievale e umanistica. La cicogna, associata alla pietas, è vista come un animale gentile che si prende cura degli altri membri del suo gruppo, garantendo che nessuno venga lasciato indietro e assistendo i compagni in difficoltà.
Inoltre, la cicogna è conosciuta per liberare il mondo dai serpenti, simbolo di pericolo e malvagità, come nel mito biblico di Adamo ed Eva. Questo gesto di protezione e cura si riflette nel suo ruolo come custode della comunità e degli individui.
Nella commemorazione di Fulvi e Sfrappini, la presenza della cicogna rappresenta quindi l’auspicio che essi siano liberati dal loro “peccato originale”, ovvero dagli eventi tragici della guerra e dalla divisione nella comunità. La cicogna simboleggia la speranza di riconciliazione e di accettazione da parte della comunità di San Severino, contribuendo a guarire le ferite del passato e a promuovere l’unità e la solidarietà tra tutti i suoi membri.