ANCR ha celebrato con la Città di Macerata il 77° anniversario della liberazione dal nazifascismo con una cerimonia presso il Monumento alla Resistenza nel Maceratese di via Cioci promossa dalla Prefettura, dal Comune di Macerata, dall’Anpi (sezione di Macerata) e dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Macerata.
Alle ore 9:30 una corona di alloro è stata deposta dal sindaco Sandro Parcaroli insieme al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il prefetto Flavio Ferdani, il presidente del Consiglio comunale Francesco Luciani, la presidente dell'ANPI di Macerata Chiara Bonotti.
Numerosi i consiglieri comunali e i rappresentanti delle Istituzioni civili e militari presenti insieme alle 16 Associazioni Combattentistiche e d'Arma di Macerata aderenti al comitato ALFA Intesa e alla cittadinanza. La Federazione Provinciale ANCR e la Sezione di Macerata sono state rappresentate dal Vice Presidente Mauro Radici con il Tricolore.
Il Sindaco ha invitato la comunità e i giovani all'approfondimento storico ricordando come “Le conquiste politiche, sociali, culturali, i diritti, la libertà di opinione di cui godiamo oggi trovano il loro saldo radicamento nel 25 aprile, nella festa della Liberazione dal nazifascismo e nel sacrificio di tutti quelli che hanno creduto e soprattutto voluto un’Italia fatta di democrazia. È grazie alla Repubblica e alla nostra bellissima Costituzione che questi diritti furono estesi a tutti, a tutti, senza distinzione e senza eccezioni, a chi partecipò alla Resistenza e anche a chi se ne sentì estraneo.”
“La memoria è un mezzo potente – ha proseguito poi nel suo apprezzato discorso la neoeletta presidente Anpi -, rende presenti gli assenti e restituisce attimi di vita a chi non l’ha più, così ricordando i partigiani, oggi siamo più di quelli che crediamo di essere, siamo migliaia. Con noi oggi ci sono Livio Cicalè, Giuseppe Biagiotti (...), Mario Morbiducci (...), Maria Assunta Lorenzoni (...). A loro dobbiamo tutto. Dobbiamo la libertà di ogni giorno, impalpabile e necessaria come l’ossigeno. Dobbiamo la legittimità di affermarci per chi siamo. Dobbiamo la libertà di partecipare alla vita politica del Paese.”
In un momento storico come l'attuale ancora drammaticamente segnato dalla guerra, partecipare è sia testimoniare il contributo della resistenza con le forze alleate alla liberazione dell'Italia dal nazifascismo, sia riaffermare il valore supremo della convivenza pacifica e della solidarietà operosa.