“Battaglia di Natale, Russia 1941: al Sacrario Militare della Provincia di Macerata un Mattino di Preghiera per la Pace”
“Tra Memoria e Auguri: La Messa per la Pace nel ricordo della Battaglia di Natale”
Un importante evento si è svolto questa mattina, Mercoledì 20 dicembre 2023, al Sacrario Militare della Provincia di Macerata su impulso dei Presidenti della Federazione e della Sezione di Macerata dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci.
La Santa Messa per la Pace, dedicata alla memoria della Battaglia di Natale del Corpo di Spedizione Italiano in Russia (25-28 Dicembre 1941), è stata officiata con solennità da Padre Gustave, nuovo parroco della Parrocchia di San Francesco. Sono intervenuti il Ten.Col. Marco Maria Calì delegato del Comandante del Comando Militare Esercito Marche, Col. Enrico Ubaldo GABRIELLI, nonché l’Assessore Paolo Renna con la fascia tricolore in rappresentanza del Comune di Macerata. Il servizio di animazione liturgica è stato svolto dal Cav. Enzo Andrenelli.
Prima della funzione religiosa il Presidente della Sezione ANCR di Macerata Mauro Radici ha tracciato un inquadramento storico della battaglia.
La battaglia di Natale venne combattuta tra le truppe del Corpo di spedizione italiano in Russia e quelle dell’Unione Sovietica durante la campagna di Russia dal 25 al 28 dicembre 1941, presso Petropavlivka. La divisione Celere composta dai reggimenti 3º e 6º Reggimento bersaglieri furono decimate per difendere duramente le proprie posizioni per tre giorni, finché non dovettero ripiegare al caposaldo del XXV Battaglione, per contrattaccare e riconquistare tutte le postazioni il 28 dicembre. Anche le divisioni Torino e Pasubio furono decimate.
Il duro scontro, denominato poi Battaglia di Natale, si concluse con la vittoria difensiva della Legione “Tagliamento” della Milizia. In poche ore l’offensiva sovietica era costata per i nostri 168 morti, 715 feriti, 207 dispersi, 305 congelati, mentre da parte russa giacevano sul terreno duemila soldati oltre a 1500 prigionieri. Nella notte, il comando del C.S.I.R. e quello del XLIX Gebirgskorps decisero di passare alla controffensiva, manovra che vedrà protagonisti i bersaglieri del 3° reggimento, in una complessa azione che si svolse nei tre giorni successivi.
Ricordiamo che nella battaglia si inserisce anche l’increscioso e deplorevole massacro operato dall’Armata Rossa, ai danni dei feriti dell’ospedale da campo del XVIII in cui erano ricoverati i feriti reduci da Nowaja Orlowka. Il primo a venire ucciso fu il sottotenente Angelo Vidoletti che tentava di difendere i feriti (ebbe la Medaglia d’Oro alla memoria), poi gli altri vennero massacrati uno ad uno con un colpo alla nuca. Fu un bersagliere ferito, riuscito a fuggire e nascosto da una donna ucraina, a raccontare lo svolgimento dei fatti quando, 48 ore dopo Ivanovka venne ripresa dalle nostre truppe.
Questo significativo momento di riflessione e memoria è stato arricchito dalla partecipazione attiva di numerosi rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma aderenti ad ALFA INTESA. La presenza delle 14 Associazioni ha contribuito a onorare la memoria dei caduti mantenendone viva la storia e a rafforzare il valore della solidarietà tra le Associazioni.
Al termine della Messa, c’è stata l’opportunità di condividere gli auguri per le imminenti Festività Natalizie. In un clima di calda condivisione, si è brindato all’insegna della generosità: fette di pandoro e panettone sono state offerte a tutti da Albino Mataloni, Presidente della Federazione Provinciale ANCR di Macerata.
La cerimonia non ha mancato di attirare l’attenzione di alcuni passanti, suscitando curiosità e rispetto per la commemorazione e per il luogo sacro.
ANCR desidera ringraziare tutti gli intervenuti per la partecipazione, non scontata. La presenza delle Associazioni ha reso questo momento non solo un atto di memoria ma anche un segno tangibile della forza della comunità unita.
Il testo di un immaginario diario di guerra di un Bersagliere superstite della battaglia di Natale:
Caro diario,
Il freddo morso dell’inverno russo penetra le ossa mentre scrivo queste parole, testimoniando giorni che rimarranno impressi nella storia e nell’anima di noi combattenti italiani in questa terra lontana. La neve, spietata compagna di questa guerra, cela i corpi caduti e imbianca i campi di battaglia, trasformandoli in distese desolate e silenziose.
Siamo qui, un piccolo gruppo di uomini, trincerati nella vastità dell’ignoto, sotto il vessillo del Corpo di Spedizione Italiano in Russia. Ci chiamano “Celere”, forse perché ci hanno visto correre incontro al destino con la leggerezza di chi ancora non ha compreso la portata della tragedia imminente. Siamo i Bersaglieri, di noi dicono che siamo “i primi a tramutarsi in croci”.
Il 25 dicembre 1941, il giorno in cui le campane dovrebbero suonare la nascita della speranza, è diventato per noi il triste anniversario della “Battaglia di Natale”. L’Armata Rossa ha scelto questo giorno sacro, un attacco che ci ha colpito nel profondo delle nostre anime, come una ferita aperta nel cuore di un soldato.
La Divisione Celere, con i suoi valorosi reggimenti 3º e 6º Bersaglieri, ha difeso con ardore le posizioni assegnate. Un contesto di freddo pungente e nebbia fitta, che ha reso ogni passo nell’arduo terreno una prova di sopravvivenza. Ci siamo scontrati con il nemico, un nemico determinato, con i loro reggimenti e divisioni, tra cui il temuto 692° Reggimento Fucilieri della 296ª Divisione di Fanteria. Battaglia dopo battaglia, la situazione è divenuta sempre più critica, ma il nostro spirito non si è spezzato.
Mentre il gelo stringeva la terra e il nostro fiato si condensava nell’aria, abbiamo resistito con tutto ciò che avevamo. Un contrattacco coraggioso è stato lanciato dal XXV Battaglione, un baluardo di speranza nel fitto delle tenebre. Il nemico, forse sorpreso dalla nostra fermezza, ha vacillato per un istante, e quel breve istante è stato sufficiente per invertire il corso della battaglia.
La Divisione Celere ha combattuto con onore, ma la vittoria è stata a caro prezzo. Decorazioni al Valor Militare sono state conferite a coloro che non sono tornati, a coloro che hanno sacrificato la propria giovinezza nell’ardente speranza di un domani migliore. Il Centurione Mengoli, il Capomanipolo Codeluppi, il Capomanipolo Ezio Barale, il giovane Angelo Vidoletti e tanti altri, nomi che saranno scolpiti nei ricordi di chi ha visto compagni cadere accanto a sé.
Il nostro appello è ora un canto disperato per la pace. In questo teatro di guerra, dove il suono delle armi sovrasta il silenzio dei nostri cuori infranti, eleviamo la voce. Che la memoria di questa Battaglia di Natale sia un monito per tutte le generazioni future. Che la compassione prevalga sulla violenza, che la pace possa giungere come un soffio leggero a lenire le ferite di chi ha conosciuto l’orrore della guerra.
Siamo reduci, testimoni di un passato che non può essere cancellato. La nostra preghiera va a tutti i combattenti, di ogni fronte, di ogni epoca. Che il ricordo delle sofferenze condivise possa unire le nostre anime in un inno alla pace.
Con speranza e commozione,
Un Bersagliere sopravvissuto